Presentazione Squadre 2020: Bahrain – McLaren
Il Team Bahrain si avvicina alla quarta stagione nel World Tour e lo fa dopo aver conosciuto un cambio a dir poco radicale. Il “secondo nome” della squadra è diventato quello della fabbrica automobilistica McLaren e l’impronta si fa molto più britannica, visto l’approdo di Rod Ellingsworth, ex pilastro del Team Sky, come uomo di riferimento dal punto di vista dirigenziale. Sul piano dei corridori, l’inverno non ha portato una vera e propria rivoluzione, ma di cose ne sono cambiate, eccome. In primis, non c’è più Vincenzo Nibali, che della squadra araba era stato volto-copertina fin dal suo sbarco nel mondo dei professionisti. E non ci sono più neppure, rispetto all’inizio della passata stagione, Rohan Dennis e Domenico Pozzovivo. La novità più rilevante è quella di Mikel Landa, ma anche altre mosse in entrata stuzzicano la curiosità. Il 2019 è finito con 16 vittorie, numero non entusiasmante se rapportato alle squadre che hanno raccolto di più, con le gemme di Dylan Teuns e Vincenzo Nibali al Tour de France. Probabilmente inutile dire che in casa Bahrain-McLaren vogliono ben di più dal loro 2020.
GLI UOMINI PIÙ ATTESI
Si parte da Mikel Landa, per forza di cose. Lo scalatore spagnolo sarà il capitano assoluto per le corse a tappe in cui sarà schierato e dovrà far vedere che le mancate vittorie della sua carriera sono state dovute alle scelte delle squadre e non a sue mancanze. 30 anni da poco compiuti, una serie di piazzamenti infinita e l’ultimo successo di livello World Tour che risale a marzo 2018: per il basco, su cui la Bahrain-McLaren punta tantissimo, è davvero la stagione della verità. Dopo un buon 2019, in cui è sembrato tornare a sprazzi al suo livello migliore, avrà per la prima volta una team a sua disposizione, potendo puntare anche su un Tour de France mai così adatto a lui.
Altro nuovo arrivo e altro corridore in cerca di riscatto è Mark Cavendish: il britannico sarà l’uomo di punta per le volate, ma gli toccherà dimostrare che le ultime tre – amare – annate non sono state un lento passaggio sul viale del tramonto. Il velocista dell’Isola di Man va per i 35 anni ed è fondamentalmente all’ultima chiamata per l’attività su strada: a scaldarne il motore c’è ancora l’obiettivo di diventare il corridore con il maggior numero di tappe vinte al Tour de France. I risultati non sono dalla sua parte, ma a condizionarlo c’è stato sinora soprattutto la sfortuna, tra cadute, infortuni e malattie.
Dal CicloMercato 2020 è arrivato anche il neerlandese Wout Poels, che ha deciso di lasciare una Ineos (ex Sky) a cui si è dedicato con anima e cuore da gregario (pur vincendo anche una Liegi-Bastogne-Liegi) per provare a giocarsi le sue carte. Il corridore è forte, eccome, e potrebbe essere la sorpresa (relativa) ad alto livello per il panorama delle corse a tappe, nelle quali finalmente riuscire ad ottenere i risultati che in questi anni ha potuto solo sognare visto che è stato progressivamente sempre più chiuso nella corazzata britannica, fino probabilmente anche a demotivarsi. Buon scalatore e discreto cronoman, ha le carte in regola per risultati ad alto livello.
Chi nei tre anni precedenti ha spesso tirato la carretta-Bahrain a livello di risultati è stato Sonny Colbrelli, che ora della squadra arabo-britannica diventa una sorta di bandiera: le sue qualità ormai si conoscono, gli si chiederà di farsi rispettare negli nelle volate e nelle corse di un giorno. Il bresciano ha ottenuto risultati di spessore in questi anni, ma gli manca la vittoria in grado di fargli fare il salto di qualità. Un altro che sa lasciare il suo marchio negli ordini d’arrivo, ma che può fare anche della regolarità la sua qualità più spiccata è Pello Bilbao, capace di vincere tappe nelle grandi corse a tappe e di chiudere sesto un Giro d’Italia. Sarà sulla carta soprattutto al servizio del corregionale Landa, ma avrà sicuramente anche spazio e modo per potersi esprimere in prima persona.
L’organico della Bahrain-McLaren è poi infarcito di corridori di classe, che amano ritagliarsi il loro spazio alla ricerca di acuti di spessore: due di questi sono Dylan Teuns, che arriva da una stagione eccellente, puntando ora alla consacrazione tanto nelle corse di un giorno che nelle corse a tappe, e quel Matej Mohoric, che invece nel 2019 non ha brillato, ma che nel 2018 si era dimostrato finalmente capace di concretizzare quel grande talento espresso nelle categorie giovanili. Classe 1994, lo sloveno è corridore completo che può ambire a risultati di prestigio su più terreni, grazie anche ad un piglio aggressivo e coraggioso.
Per aumentare il peso specifico in chiave classiche è arrivato anche il solido austriaco Marco Haller, corridore prezioso al Nord ma anche discreto velocista che può ottenere risultati in prima persona, oltre che essere prezioso elemento del treno dei capitani più accreditati, mentre va tenuto in considerazione i costanti progressi dello scalatore austriaco Hermann Pernsteiner, autore di una ottima Vuelta a España, regolarmente con i migliori nelle dure salite iberiche, perdendo la top ten solo per inesperienza nel giorno dei ventagli.
Ancor di più, attenzione a non sottovalutare la voglia di brillare di Damiano Caruso, che non dividerà più le sue strade con Nibali e che potrebbe avere le possibilità di fare anche corsa per sé. Dopo aver già dimostrato di poter essere con i big in salita, il siciliano ha l’occasione di giocarsi maggiormente le sue carte a livello personale, provando magari nuovamente a fare classifica a sua volta, come già dimostrato più volte di poter fare in passato. Un buon piazzamento, condito da un successo di tappa, è alla sua portata.
LE GIOVANI PROMESSE
Ormai sono diversi anni che è nel circuito dei “grandi”, ma la carta d’identità dice ancora 24. Questo significa che Iván García Cortina può ancora essere considerato una “giovane promessa”: nel 2019 ha rotto il ghiaccio con il primo successo (al fu Giro di California) ed è stato terzo al GP de Montréal, lasciando intravedere in più di un’occasione qualità superiore. Per le classiche e per gli arrivi movimenti lo spagnolo può essere un’arma molto interessante, potendo contare su ottime qualità di resistenza e un buon spunto veloce da far valere sui traguardi ristretti.
È atteso a qualcosa di importante anche l’ucraino Mark Padun, che arriva dal primo posto nella generale della Adriatica Ionica Race e che può essere considerato ancora un talento non del tutto espresso. Classe 1996, il corridore ucraino ha mostrato qualità importanti in queste prime due stagioni, non sempre semplici anche per problemi fisici, ma sembra essere finalmente pronto per esprimersi al massimo. Ci si attende inoltre un segnale da Stephen Williams, che nella prima stagione da professionista non è praticamente mai riuscito a correre per un infortunio subito a gennaio, impedendogli così di far vedere le qualità che lo avevano reso uno dei più contesi scalatori in divenire.
Esordio tra i professionisti quest’anno per il giovanissimo Alfred Wright, che dovrà iniziare a maturare vera esperienza World Tour dopo il fugace passaggio con la CCC dei mesi scorsi da stagista. Altri due ragazzi si affacciano per la prima volta sulla scena “pro”, entrambi messisi in luce in particolare all’ultimo Giro della Valle d’Aosta, corsa che esprime sempre il meglio delle promesse per la montagna: il colombiano Santiago Buitrago e il neerlandese Kevin Inkelaar a questo livello sono chiaramente ancora acerbi, con la possibilità di muovere i loro primi passi in un ambiente pronto a vederli sbocciare.
LA SQUADRA
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